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Rassegna stampa
Il prof. Conte: 'Un uomo in buona fede, ma la sua multiterapia non è efficace'
Nel gruppo degli scettici che all'epoca non ritenevano necessaria la sperimentazione, e che entrarono a far parte del team di oncologi chiamati dal ministero della Sanità a elaborare i protocolli e valutarne l'efficacia, c'era il professor Pier Franco Conte. All'epoca era primario ospedaliero a Pisa, oggi è professore ordinario a Modena, universitario, ed è direttore del dipartimento di oncologia al Policlinico. I seguaci del fisiologo accusarono i promotori della sperimentazione di avere boicottato i risultati e travisato i metodi. In tv si disse che dopo la riunione con gli oncologi i verbali furono alterati e che la firma del prof. Di Bella era posticcia. Per questo Conte (che di quella riunione fu segretario, chiamato dalla Bindi a verbalizzare) querelò. I giudici di Pisa diedero ragione a Conte in primo grado, la cosa poi passò in Appello e si è fermata li: «La morte del prof. Di Bella — dichiara il prof. Conte — mi addolora e conclude la vicenda umana di una persona convinta in buona fede delle sue ragioni. Sono altrettanto convinto che una lezione positiva dell'accaduto ci ha portati a prestare maggiore attenzione e dare ascolto ai pazienti malati e ai loro bisogni. Per quanto riguarda la sperimentazione di cui sono stato corresponsabile, e titolare di due protocolli, penso che abbia fatto chiarezza sulla inefficacia della multiterapia». |
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